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Pubblicato a puntate fra il 1925 e il 1926 sulla «Fiera Letteraria», Uno, nessuno e centomila e l'ultimo romanzo di Luigi Pirandello. Fu ideato inizialmente da «introduzione» alla stagione teatrale ma, dopo una lunga gestazione (iniziata intorno al 1915), esso fini per diventare una sorta di ragionato sommario delle tematiche e delle innovazioni stilistiche maturate da Pirandello nel corso del decennio 1915-1925, nel quale vennero forgiati spunti, idee e immagini destinate a nutrire molte altre opere, e in particolare quelle teatrali. Il protagonista, Vitangelo Moscarda, procede a una spietata analisi delle convenzioni che regolano la sua vita; consapevole dell'inconsistenza della propria identità, poiché ognuno ha di lui un'immagine diversa e autonoma, sprofonda in un vortice di elucubrazioni che a poco a poco lo isolano dagli altri. Il progressivo esiliarsi dai mondo si accompagna inizialmente in lui a un disperato tentativo di comunicare a familiari e amici le cause di questa crisi; ma il tentativo fallisce, e alla fine Moscarda, completamente solo, non può che scegliere il rifugio dell'ospizio, dove riscopre, attraverso il flusso elementare delle sensazioni, la possibilità di un nuovo rapporto con la natura e il paesaggio. Questa finale «redenzione» corrisponde all'esplicita intenzione di Pirandello di mostrare «il lato positivo» del suo pensiero, di fronte a una critica che vedeva in lui solo il pensatore pessimista «che toglie la terra di sotto i piedi della gente». Uno, nessuno e centomila è il più ardito e innovativo fra i romanzi di Pirandello; ha una struttura composita e disomogenea, cui corrispondono registri stilistici molto diversi (narrativo, saggistico, colloquiale, umoristico, lirico), dal momento che il principio che governa la narrazione non é tanto quello della logica consequenzialità dei fatti (anche se esiste un tenue filo narrativo) quanto piuttosto l'alternarsi delle bizzarre considerazioni del protagonista-narratore, che divaga, racconta brevi aneddoti, elabora ingegnosi sillogismi, si rivolge direttamente al lettore, dialoga con familiari e amici. A tutto ciò non è estraneo il modello di Vita e opinioni di Tristram Shandy gentiluomo di Laurence Sterne (1713-1768), uno degli autori più amati da Pirandello. [Fonte bibl.: L. Pirandello, Tuti i romanzi, a cura di G. Macchia e M. Costanzo]
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